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Infiammazione da cibo e nutrizione personalizzata, nuovi biomarkers

GEK è attiva nel campo della diagnostica e della medicina personalizzata, con oltre otto anni di investimenti nella ricerca e nello sviluppo di prodotti relativi allo studio e alla diagnosi dell’infiammazione, di tutte le sue espressioni e del rapporto con l’alimentazione. 

Il nostro obiettivo è offrire un approccio completo e sistemico all'infiammazione: dalla ricerca alla misurazione, dal controllo alle applicazioni cliniche. Ad oggi, abbiamo consegnato più di 200.000 referti medici attraverso i nostri oltre 1.500 centri partner in Italia, Spagna, Regno Unito e Svizzera.

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Le nostre aree di intervento

Infiammazione da consumo eccessivo o ripetuto degli stessi gruppi alimentari

Glicazione - Infiammazione da eccessiva assunzione individuale di zuccheri

Misurazione dei telomeri e stima della BioAGE, indice anche di invecchiamento cellulare

BAFF e PAF, due marcatori infiammatori innovativi

Dal 2007 è stata dimostrata una stretta correlazione tra i livelli di BAFF e l’infiammazione da cibo

La correlazione di BAFF alla reazione alimentare è sicuramente più forte di quella di PAF che indica anche delle reazioni infiammatorie più ampie e coinvolge anche gli aspetti allergici di un individuo. Sia BAFF sia PAF quindi non sono indicatori esclusivi di una reazione alimentare ma anche di altre tematiche infiammatorie o immunologiche su cui è possibile intervenire anche con le scelte dietetiche. Inoltre, dal 2016 sono state aggiunte ulteriori prove quando è stato dimostrato che gli immunocomplessi IgGs possono sostenere citochine infiammatorie come il BAFF (B Cell Activating Factor) e PAF (Platelet Activating Factor), coinvolte in numerose patologie (Lupus, sindrome di Sjögren, artrite reumatoide, patologie respiratorie e dermatologiche, sintomi infiammatori oculari e disturbi che coinvolgono l’apparato digerente, ecc.) (Fabris 2007, Kang 2016).

La nostra analisi unica delle IgG individua i Gruppi Alimentari rilevanti a livello individuale e determina il Profilo Alimentare Personale

Le IgG alimento-specifiche, semplici indicatori di consumo 

Gli anticorpi di tipo IgG specifici per gli alimenti sono proteine che normalmente vengono prodotte dall’organismo quando si entra in contatto con gli alimenti e i loro livelli aumentano in modo proporzionale all’uso ripetitivo.
La nostra misurazione delle IgG differisce totalmente da quelle effettuate sino ad ora da altri laboratori e permette di capire, su base individuale, quanto e come una persona stia mangiando per poter fornire una guida personalizzata che riduca l’infiammazione e allo stesso tempo permetta di mantenere la dieta il più possibile variata senza alcuna eliminazione del cibo.
La nostra analisi, legata all’identificazione delle Immunoglobuline G specifiche per alcuni esponenti alimentari non si concentra su singole molecole (come è sempre stato fatto da altri laboratori) e utilizza una tecnica innovativa di interpretazione con una soglia diversa per ognuna delle proteine alimento-correlate misurate, basata su dati statistici interni di oltre 200.000 esami effettuati, in costante aumento e in continuo aggiornamento.
L'analisi tiene anche conto della variabilità dei livelli di IgG totali specifici per gli alimenti in ogni persona a causa della differente produzione di proteine e anticorpi di ciascuno.

Metodologia ELISA e algoritmo di calcolo altamente performanti 

Il raggruppamento degli alimenti correlati sul piano immunologico in macrocategorie è stato un grande risultato nella comprensione delle risposte infiammatorie legate all'alimentazione definite su base statistica in collaborazione con la Duke University e pubblicate in diverse riviste tra cui Clinical Translational Allergy e Nutrients.
Nel nostro laboratorio i campioni vengono analizzati utilizzando il metodo ELISA con proteine ricombinanti che corrispondono a specifici gruppi di alimenti appositamente formulati
Il processo di elaborazione dei dati è riproducibile, automatizzato e innovativo. Altre sostanze che non sono incluse nei gruppi alimentari, come uova, carne di maiale, soia, riso e patate, vengono analizzate separatamente.
I dati di laboratorio sono inoltre sottoposti a controlli di qualità e ripetibilità trasparenti, dichiarati in ogni rapporto.
Il nostro algoritmo fornisce un calcolo estremamente preciso e unico che permette di identificare la rilevanza personale di ogni sostanza testata per l'individuo, escludendo tutti i falsi positivi e negativi spesso riscontrati in molti altri test di laboratorio.

Nell’immagine: Grandi Gruppi Alimentari più rilevanti nella popolazione italo-europea. Questi gruppi sono stati identificati secondo una rigorosa metodologia statistica supportata da ricerche effettuate dal nostro team scientifico con la Duke University del North Carolina e pubblicati su Nutrients

I Grandi Gruppi Alimentari 

Frumento e glutine

 Comprende i cereali contenenti glutine come il grano, il kamut, l'orzo, il farro, la segale e i loro derivati.

Lieviti e prodotti fermentati

È associato al lievito, ai funghi e ai prodotti fermentati come il pane, la pizza, il vino, la birra, il miele, l’acido citrico, ecc.

Latte e
derivati

Comprende il latte vaccino, il latte di capra e anche quello di altri mammiferi, oltre ai suoi derivati, come i latticini, il burro, lo yogurt, i formaggi, i dolci e la carne bovina.

Nichel

Comprende alimenti che contengono una maggiore concentrazione di sali di Nichel, come kiwi, pomodori, spinaci, cioccolato, mais, ecc. Ha anche un'importante correlazione con gli acidi grassi vegetali idrogenati e non, spesso presenti in biscotti, snacks, torte industriali, ecc.

Oli cotti

Comprende tutti gli alimenti commerciali e casalinghi che contengono grassi o oli cotti vegetali.

Il Profilo Alimentare Personale

Come appurato, specifiche ricerche hanno permesso di definire e confermare l'esistenza dei 5 Grandi Gruppi Alimentari più importanti nell'alimentazione italo-europea.
Tra tutti i Gruppi Alimentari intercettiamo quelli più  rilevanti a livello individuale (fino ad un massimo di 3 su 5).
Si tratta di tutti gli alimenti simili tra loro a livello immunologico che vengono utilizzati in eccesso o in modo ripetitivo da una persona. In questo modo determiniamo uno specifico Profilo Alimentare Personale (vv la ricerca effettuata su oltre 20.000 italiani e pubblicata su Nutrients nel 2019).
Con questi risultati ci è possibile impostare una corretta variabilità alimentare nel rispetto delle linee guida dell’OMS e delle società scientifiche che non prevede l'eliminazione del cibo ma la sua rotazione secondo uno schema chiaro che viene inserito nel referto.
Mangiare quotidianamente alimenti immunologicamente simili e quindi correlati allo stesso grande gruppo alimentare (ad esempio latte, yogurt, dolci, formaggi, carne bovina, che hanno una relazione diretta con il gruppo del latte) può facilmente far crescere il livello di IgG per il latte e i suoi derivati nel sangue e attivare processi infiammatori.
Questa indicazione evidenzia la possibile scelta terapeutica di modularne l’assunzione in modo che anche le possibili reazioni infiammatorie si riducano. 

I marcatori di Glicazione: Albumina Glicata (GA%) e Metilgliossale (MGO)

Come chiaramente definito da un progetto dell'Unione Europea, il 62% delle reazioni infiammatorie o allergiche di cui non si comprende la causa dipende da una pluralità di fattori che possono essere dovuti alla presenza di prodotti di glicazione legati a un eccesso alimentare di carboidrati, a veloce assorbimento e di zuccheri (fruttosio compreso).Gli zuccheri sono responsabili di importanti modifiche, spesso irreversibili, a livello cellulare e proteico: la permanenza eccessiva di zuccheri nel sangue, infatti, causa fenomeni di glicazione in diverse molecole, tra cui le proteine, il cui corretto funzionamento è strettamente correlato alla loro struttura tridimensionale. Una proteina “caramellata”, come spiegano i nostri medici per lanciare un messaggio facilmente intuibile, è una proteina che non svolge appieno la sua funzione o che la svolge in maniera errata. Misurare i danni da zucchero è sicuramente la sfida del 21esimo secolo e, fino ad oggi, i mezzi a disposizione si sono dimostrati incompleti. Per tale motivo si è definito su base scientifica un test che permette di analizzare in maniera integrata due marcatori (Albumina glicata - GA% e Metilgliossale - MGO) in grado di identificare precocemente eventuali danni da zuccheri. Recentissima è inoltre una pubblicazione su Nutrients sull’utilizzo di questi biomarcatori per il monitoraggio e la prevenzione di patologie zucchero-correlate come il diabete gestazionale.

I limiti di Emoglobina glicata e Glicemia a digiuno

Emoglobina glicata e glicemia a digiuno, da anni considerati utili per identificare le condizioni prediabetiche sono state di recente rivalutate e mantengono la loro efficacia solo nella gestione del diabete conclamato mentre altri marcatori, come albumina glicata e metilgliossale, consentono di capire in anticipo i segnali d’allarme lanciati dall’organismo, prima che si manifesti il diabete.

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