Il Food Inflammation Test (FIT) è un sistema integrato per il controllo dell' infiammazione da cibo e il recupero del rapporto fisiologico con il cibo.
La misurazione di due citochine infiammatorie BAFF e PAF permette di valutare l’infiammazione presente nell’organismo anche legata all’alimentazione. Il test definisce anche il rapporto immunologico della persona con la propria dieta attraverso la lettura delle Immunoglobuline G (IgG) alimento-specifiche prodotte dall'organismo nell'ultimo periodo. Questi livelli determinano il Profilo Alimentare Personale.
Il FIT non indica perciò né una allergia né una intolleranza e non deve essere confuso o associato ad altri test privi di validazione scientifica ancora focalizzati nella ricerca di "intolleranze alimentari" inesistenti.
L'assunzione ripetitiva di alcuni alimenti, lo stress, l'inquinamento, il fumo, gli squilibri alimentari, gli agenti virali e l'abuso di droghe possono indurre e mantenere un processo infiammatorio dietro diverse malattie anche croniche. L'immunologia moderna spiega che molte malattie sono i sintomi di un organismo infiammato. Cibi tradizionali e sani come il grano e il glutine, il latte e i latticini, alimenti fermentati e contenenti nichel, se consumati in modo eccessivo o ripetitivo possono generare risposte infiammatorie sistemiche. Quindi è bene ricordare che "nessun cibo è nemico" ma è il modo in cui lo usiamo che può generare un aumento delle risposte infiammatorie.
Livelli di infiammazione
Analisi delle citochine infiammatorie BAFF e PAF, nuovi marcatori di infiammazione correlati ad una risposta alimentare
BAFF e PAF sono indicatori di uno stato infiammatorio segnaletico “evoluzionistico” (basato sul riconoscimento di sostanze estranee all’organismo anche se indispensabili al nutrimento individuale) e di una possibile reazione alimentare non specificatamente allergica e devono quindi essere sempre interpretati unicamente come un segnale di allarme di deviazione dalla normale omeostasi.
Il Profilo Alimentare Personale identifica i Grandi Gruppi Alimentari
Il tipo di analisi permette di individuare il consumo alimentare di ciascun individuo e di stabilire uno specifico Profilo Alimentare Personale che mette in evidenza i principali Gruppi di alimenti assunti in eccesso o in modo ripetitivo e consente di impostare una corretta variabilità alimentare nel rispetto delle linee guida dell’OMS e delle società scientifiche.
Specifiche ricerche hanno permesso di confermare i 5 Grandi Gruppi Alimentari più importanti nell'alimentazione italo-europea.
Gli anticorpi di tipo IgG, specifici per gli alimenti, sono proteine che normalmente vengono prodotte dall’organismo quando si entra in contatto con gli alimenti e i loro livelli aumentano in modo proporzionale all’uso ripetitivo. La loro misurazione permette di capire, su base individuale, quanto e come una persona stia mangiando per poter fornire una guida personalizzata che riduca l’infiammazione e allo stesso tempo permetta di mantenere la dieta il più possibile variata
I 5 Grandi Gruppi Alimentari per la popolazione italo-europea
Frumento e glutine
Comprende i cereali contenenti glutine come il grano, il kamut, l'orzo, il farro, la segale e i loro derivati.
Latte e
derivati
Comprende il latte vaccino, il latte di capra e anche quello di altri mammiferi, oltre ai suoi derivati, come i latticini, il burro, lo yogurt, i formaggi, i dolci e la carne bovina (quest'ultima contiene le proteine del latte)
Lieviti e prodotti fermentati
È associato al lievito, ai funghi e ai prodotti fermentati come il pane, la pizza, il vino, la birra, il miele, l’acido citrico, ecc.
Nichel
Comprende alimenti che contengono una maggiore concentrazione di sali di Nichel, come kiwi, pomodori, spinaci, cioccolato, mais, ecc. Ha anche un'importante correlazione con gli acidi grassi vegetali idrogenati e non, spesso presenti in biscotti, snacks, torte industriali, ecc.
Oli cotti
Comprende tutti gli alimenti commerciali e casalinghi che contengono grassi o oli cotti vegetali.
Una Dieta di Rotazione Individualizzata che tiene conto dello stato infiammatorio della persona e NON prevede alcuna eliminazione
Le soluzioni legate al concetto di “cibo-nemico”, basate sull'eliminazione dell’alimento, non producono mai risultati salutari.
In alcuni casi, seguire una dieta di eliminazione quando non vi è la necessità mette l’organismo a rischio di severe risposte infiammatorie e favorisce successive reazioni allergiche, addirittura anafilattiche, per il cibo eliminato. Questo perché l’eliminazione di un alimento o di una classe di alimenti può modificare profondamente il naturale rapporto di equilibrio acquisito nel tempo con il cibo. La dieta di rotazione è invece l’unico strumento efficace che, diversamente dalla dieta di eliminazione, offre un reale controllo della risposta infiammatoria senza modificare il rapporto di equilibrio esistente nei confronti di quell’alimento.
All'inizio, la dieta di rotazione prevede l'introduzione libera dei cibi da controllare in un singolo giorno, seguita da circa due giornate di completa astensione. L'avvio più tipico di questo tipo di approccio suggerisce 7 pasti liberi a settimana, su un totale di 21. Un terzo della settimana deve quindi prevedere l’assunzione libera dell’alimento perfino all'inizio di una dieta controllata.
Dopo una breve fase iniziale di 2-4 settimane, e/o quando i sintomi clinici si saranno ridotti, sarà possibile introdurre il cibo in modo più frequente. I giorni di libertà nella dieta di rotazione aumentano (3 giorni e mezzo a settimana) in modo da controllare l’infiammazione mantenendo sempre un regime vario e piacevole. Quando la risposta clinica sarà soddisfacente, si potrà espandere l'introduzione dei cibi per i successivi 2-3 mesi fino al raggiungimento di una dieta che includa almeno due giorni alla settimana di controllo, sufficiente a mantenere un'alimentazione variata e ad evitare un sovraccarico sistematico di cibo.
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Se pensi di non riuscire a seguire da subito la dieta di rotazione non
è un problema. L'analisi mostra le esposizioni più importanti agli alimenti che assumi
da diverso tempo. A meno che tu non cambi radicalmente la tua alimentazione, potrai
iniziare la dieta di rotazione anche dopo qualche settimana dalla ricezione del referto.
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